Le schede dei pesci

 

GIRARD 1859
In questa immagine la femmina è sulla sinistra e il maschio a destra, foto di Clint Norwood

E’ un grazioso pecilide nativo degli Stati Uniti sudorientali. Comunemente in lingua inglese viene anche soprannominato “Least killifish” o “Mosquitofish”. Il primo nome deriva dal fatto che lo si ritrova principalmente in ruscelli e canali (killi deriva in effetti da una parola olandese che significa canale e che dà il nome comune anche ad altre specie di interesse acquariofilo, i killi appunto) , il secondo gli è attribuito per la fama (assieme alla piò diffusa, a livello internazionale per introduzione artificiale, Gambusia affinis ) di “mangiatore” di larve di zanzara (i mosquitos appunto).


Si può vedere nella foto qui sopra una piccola colonia di Heterandria formosa (assieme anche a Lucania goodei). Foto da petfish.net  

Il nome killifish non tragga in inganno in quanto (come detto sopra) è riferito solo all’habitat in cui si ritrova Heterandria formosa (anche in stagni e laghetti). La specie è ovovivipara secondo lo schema tipico della famiglia.

Gli habitat sono condivisi assieme a molte altre famiglie indigene del Nord-America tra le quali mi piace ricordare Elassomidi e Etheostomidae oltre che Ciprinodontidi che possono essere in molti casi essere allevati con successo anche in acquario se qualcuno volesse dedicarsi ad una vasca biotopo.

Nella sezione biotopi mi riservo di espandere il discorso parlando delle “location” dalle quali provengono le due popolazioni che allevo attualmente e precisamente Fellsmere e Miccosukke (entrambe in Florida) , visitate da un amico danese un paio di anni or sono e dalle quali ha riportato specie che ha poi riprodotto e diffuso tra gli amici.

Qui sotto potete comunque avere un esempio di uno stagno in cui potrebbe essere ritrovata Heternadria formosa.

 


In questo laghetto Heterandria formosa condivide l’acqua con Elassoma zonatus. Foto da petfish.net

Il colore come potete vedere è prevalentemente su toni grigi ma la grazia di questa specie lo rende un particolare assai trascurabile. In alcune popolazioni è comunque evidente una macchia (di colore arancione) più o meno marcata sulla pinna dorsale e che può servire forse come attrattiva del maschio nei riguardi di una femmina.

Queste ultime  differiscono dai maschi per le dimensioni (3.5 – 4 cm contro 2 cm) e per la forma assai più rotondeggiante specie quando è in corso una gravidanza.

 2-3 piccoli vengono espulsi ogni giorno (terminata la gestazione di tre settimane circa) per 3-7 giorni portando il numero massimo di piccoli per ogni parto a non più di 20. Gli avannotti presentano già la banda scura tipica degli adulti , sono molto piccoli e non molto abili nel nuoto per 1-2 giorni e spesso durante questo tempo stazionano sul fondo. Questo comunque  non ci deve preoccupare perché (se abbiamo dedicato una vasca specifica alla specie) i genitori difficilmente cercheranno di attaccarli. Possono essere nutriti con naupli di artemia ma anche con mangime secco per avannotti ( personalmente ritengo comodo favorire una certa copertura algale nella vasca di allevamento che consenta loro di spiluccare quello che vogliono :alghe, batteri, piccoli detriti, rimasugli di cibo….).

Per quanto riguarda il loro allevamento si mantengono molto bene in un range molto ampio si per quello che riguarda i valori dell’acqua sia per quanto riguarda la temperatura (10 – 30 ° C) anche se in natura sono sicuro questo intervallo possa rivelarsi anche più ampio ( penso ad esempio ad alcune zone della East Coast a Nord della Florida ,assai mite, quali la North Carolina, Colorado…).

Mangeranno qualsiasi cosa vorrete somministrargli rispettando comunque la regola che una dieta varia è senz’altro valida per mantenere in salute i nostri riproduttori ed assicurarci piccoli robusti, quindi va bene il secco alternato a vivo (dafnie, naupli, chironomus…) e a sostanza vegetale (alghe,verdure..).

Le dimensioni della vasca non sono molto importanti se volete dedicarla specificatamente a loro… tenetevi solo a mente che presto verrà riempita da una piccola colonia da tenere sotto controllo in rapporto al volume offerto.

Se optate per una vasca di comunità potete scegliere tra altri pesci non-aggressivi che non appartengono al genere Heterandria.

Personalmente le allevo sia in un modo che nell’altro (in una vasca da 120 lt con Skiffia bilineata e Poecili sp.endler) e non ho problemi in nessuno dei due casi.

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