L’Uaru amphiacanthoides – il ciclide triangolo. Già dal 1913 questo ciclide, l’Uaru amphiacanthoides aveva trovato estimatori in Germania che lo allevavano. La scoperta è stata descritta da Johann Jakob Heckel, nel 1840, e nel 1989 è stata descritta un’altra variante di Uaru, l’Uaru fernandezyepezi (Stawikowski, 1989) .E’ probabile che sia la sua taglia non modesta (supera i 25cm) e la non brillantezza di colori (colore grigio-verde con una macchia lunga nera sulla metà inferiore del corpo), lo rendono un ciclide poco appetibile per il mercato acquariofilo.

E’ invece tristemente appetibile (inteso come commestibile) per i mercati di pesce brasiliani, che accettano di mangiare quello che non si può esportare. Lo abbinano alla Cabota, una sorta di patata dolce dal colore arancio. Non dimentichiamo che la pesca è la principale fonte di sostentamento per oltre 30 mila famiglie in amazzonia. l’Uaru si trova in acque nere e bianche, povere di minerali, e pH acido (4-6). I luoghi di ritrovamento segnalati comprendono il Rio delle Amazzoni, Rio Solimoes, Rio Negro, Rio Branco, Madeira, Tapajos. Praticamente condivide gli stessi areali in cui sovente viene pescato anche il genere Symphysodon. Infatti caratteristiche etologiche (anche se non morfologiche) li rendono simili: richiedono stessi valori, mangiano tutto quello che trovano, ma da adulti gli Uaru tendenzialmente diventano vegetariani. E anche i piccoli, nei primi giorni di vita si nutrono della mucosa protettiva dei genitori, ma solo come fonte di cibo supplementare. Ha un’adattabilità in acquario eccezionale, è un pesce molto intelligente e tranquillo, e credo che per tali caratteristiche era soprannominato “il discus dei poveri”, ma il prezzo di mercato non è che sia proprio da “poveri”. Sono rimasto letteralmente impressionato da un allestimento che Mr Heiko Bleher fece per l’Interzoo 2002 dove mette insieme Uaru, S. discus (heckel) scalari e potamotrygon. La coppia che ho fotografato si trova in un negozio a Roma, che non è arredata e quindi non risarcisce il pesce della bellezza che lo caratterizza, tra l’altro molto timido quindi impossibile da fotografare meglio di come ho fatto. Ad integrare la sua timidezza ci ha pensato il suo compagno di vasca, un Heros appendiculatus, che si mette in posa come le migliori fotomodelle. Magari, sfruttando la disponibilità della seconda specie, la prossima volta parleremo degli Heros.

Heros appendiculatus

Altra meravigliosa posa del (foto)modello ittico Heros

Voglio concludere ringraziando Massimo Matarrese (grande appassionato ed esperto) di Uccelleria Centocelle per avermi dato il negozio quasi in prestito, trasformandolo in laboratorio fotografico per qualche ora. Buon Uaru a tutti. Marcel Damian, aka Titi nel forum [Il topic corrispondente nel forum]


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