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Betta splendens (Regan, 1910) - GAS - Gruppo Acquariofilo Salentino

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<strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> (<strong>Regan</strong>, <strong>1910</strong>)<br />

Il <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> e’ sicuramente il pesce asiatico più amato ed apprezzato nell’acquariofilia . E’ famoso in tutto il mondo, ma questo<br />

successo lo deve a due fattori che sono: la sua bellezza e le sue numerose varietà prestandosi bene alle selezioni , questo ha permesso agli<br />

allevatori di creare numerose forme e varietà . Dedicate a lui ci sono numerose associazioni internazionali che organizzano importanti<br />

concorsi dove ogni betta arriva a costare cifre altissime. L’altro fattore a cui deve il suo successo specialmente in Asia purtroppo sono i<br />

combattimenti clandestini di cui parleremo in seguito, e’ stato sfruttato il suo istinto aggressivo da allevatori senza scrupoli per allevarli al<br />

solo intento di farli combattere, intorno a questi combattimenti girano numerosi soldi, per questo motivo viene anche chiamato pesce<br />

combattente o combattente del siam. Dimesioni: 7 cm , Vita media: 2-3 anni<br />

LE ORIGINI<br />

La prima descrizione del <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> fu quella di Carton nel 1850 che chiamo Macropodus pugnax. Nel 1909 <strong>Regan</strong> entro in possesso<br />

degli esemplari conservati da Carton li esamino e notò che pugnax era una specie gia descritta cosi elaboro una nuova descrizione dando<br />

il nome di <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> . Il <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> arrivò per la prima volta in europa nel 1874 , gli esemplari erano molto diversi da quelli a<br />

cui siamo abituati a vedere nei negozi, avevano le pinne corte e colori meno appariscenti, fino ai primi anni del novecento veniva<br />

commercializzato come <strong>Betta</strong> pugnax. Oggi il <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> e’ diffuso in quasi tutto in Sudest asiatico ma si pensa che la sua zona<br />

di origine fosse fra la Thailandia e la Cambogia.<br />

Si pensa che ormai la forma selvatica originale sia sparita in natura a causa degli intensi allevamenti di <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> in Asia, gli<br />

allevatori tendono ad allevare i <strong>Betta</strong> in piccoli ruscelli o affluenti, e da qui a volte capita che accidentalmente escano alcuni di questi<br />

<strong>Betta</strong> che hanno una colorazione piu’ appariscente a causa delle selezioni , questi entrarono in contatto con esemplari della stessa specie<br />

ma con livrea selvatica e naturalmente hanno avuto maggiore successo nella riproduzione. Per questo oggi le specie presenti in natura<br />

hanno tutte colori molto vivaci, si pensa comunque che alcuni esemplari selvatici siano ancora presenti in zone restate incontaminate.<br />

Esemplare con livrea e forma simile a quella selvatica originale. Esemplari con varie livree presenti in natura oggi


Gli allevatori asiatici usano allevare i propri betta selezionati direttamente nei ruscelli e stagni. Le coppie vengono fatte deporre in dei<br />

contenitori e dopo alcune settimane i piccoli nati vengono inseriti nei ruscelli , quando gli esemplari raggiungono le dimensioni richieste<br />

per la vendita vengono pescati.


PINNA CAUDALE<br />

PINNA ANALE<br />

PINNE VENTRALI<br />

PINNA DORSALE<br />

PINNE PETTORALI<br />

I MASCHI<br />

Il maschi presentano le pinne più lunghe rispetto<br />

alla femmina, ein alcune forme di allevamento le pinne<br />

dei maschi sono maggiormente piu’ lunghe.<br />

Il maschi presentano l’estremità posteriore della<br />

pinna anale appuntita , invece nelle femmine e’ di<br />

solito arrotondata , ma questo vale per le forme<br />

selvatiche invece le cose sono diverse per quanto<br />

riguarda le alcune forme di allevamento. Il corpo è più<br />

lungo e slanciato. Il maschi presentano la membrana<br />

branchiale grande e protrattile , la usa per intimorire<br />

i rivali come avvertimento o minaccia.<br />

Il comportamento e’ molto aggressivo e per niente<br />

MEMBRANA BRANCHIALE<br />

socievole , si crea un territorio di piccole dimensioni<br />

e accetta di far entrare la femmina solo<br />

nel periodo riproduttivo, che dopo la deposizione<br />

caccia con violenza<br />

PAPILLA GENITALE<br />

LE FEMMINE<br />

Le femmine presentano un corpo più piccolo e<br />

tondeggiante, specialmente nel periodo riproduttivo è presente<br />

una “pallina “ bianca fra le pinne ventrali chiamata papilla<br />

genitale. Le femmine hanno colorazioni meno accese dei<br />

maschi, le pinne più corte e un comportamento più socievole.<br />

In alcune forme di allevamento e nella forma selvatica la femmina<br />

presenta l’estremità della pinna anale arrotondata mentre nei<br />

maschi è appuntita. Nel periodo riproduttivo le femmine oltre<br />

a rendere evidente la papilla genitale, presentano delle fasce sul<br />

corpo indice della disponibilità all’accoppiamento.


Allevamento<br />

Molto spesso nei negozi i betta vengono tenuti in piccoli<br />

contenitori a temperatura ambiente.<br />

Ma stanno bene o stanno male?<br />

In realtà i betta a vivere in condizioni ambientali critiche non dovrebbero aver problemi essendosi<br />

adattati a vivere in piccole pozze , questo grazie anche al labirinto, proprio per questo molti credono<br />

che i betta tenuti in piccoli contenitori vivino bene, in realtà più che vivere bene sopravvivono<br />

adattandosi. In natura i betta vivono si in condizioni ambientali critiche ma parliamo di specie selvatiche<br />

più resistenti e a pinne corte, invece i betta <strong>splendens</strong> in commercio sono a pinne lunghe, chiamati pinne<br />

a velo, e le pinne sono le prime a soffrirne se il pesce non è tenuto in ottime condizioni.<br />

Alti livelli di nitrati e nitriti possono danneggiare i betta e in primo luogo le lunghe pinne che manifestano un<br />

deterioramento con il passare del tempo, con il tempo il betta deperisce, diventa apatico ecc.... Questo non accade se<br />

l’acqua viene cambiata quotidianamente, anche se tenuti in bicchieri, comunque di certo vivono meglio in un acquario<br />

riscaldato e completo.


Allevamento<br />

I <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> femmine, essendo più socievoli e meno aggressive dei maschi possono essere tenute in acquari di comunità, ma per quanto<br />

riguarda i maschi molti credono che devono vivere soli, questo perché aggressivi verso gli altri pesci, infatti molto spesso vengono tenuti<br />

soli in piccoli acquari completamente arredati . In realtà i <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> maschi sono si aggressivi ma solo verso gli esemplari della loro<br />

stessa specie o in alcuni casi verso altri Anabantidi. Molto spesso negli acquari di comunità sono proprio i maschi ad essere vittime di pesci<br />

aggressivi, come per esempio alcune specie di Barbi, che tendono a mordere le lunghe pinne o addirittura a picchiare il povero <strong>Betta</strong> fino<br />

alla morte. Quindi è consigliabile tenere i betta in acquari di comunità con pesci pacifici, non consiglio mai di tenerli da soli perchè con il<br />

tempo diventano sempre meno attivi, ne di tenere più di un maschio nella stessa vasca, ameno che non sia di grandi dimensioni , ben<br />

piantumata e piena di nascondigli. Se vogliamo tenere più maschi ma non abbiamo un acquario adeguatamente grande esiste una valida<br />

alternativa che sono le bettiere, consistono in dei piccoli contenitori di plastica divisi in vari scompartimenti, in ogni scompartimento va<br />

messo un maschio. Il ricambio dell’acqua è garantito da dei fori alle pareti. Comunque non è consigliabile ne tenere i maschi per troppo<br />

tempo a contatto visivo tra loro ne soli, se tenuti troppo tempo a contatto visivo si stressano, e se tenuti per troppo tempo soli<br />

perdono “vitalità” andando in depressione, per questo è consigliabile tenere a contatto visivo i maschi fra loro solo per poche ore al<br />

giorno, e se teniamo solo un maschio per tenerlo attivo basterà porli di fronte uno specchio per vederlo fare la parata<br />

di minaccia, che consiste nell’apertura completa delle pinne e estroflessione della membrana branchiale.


Nello stesso acquario si può tenere un maschio e una o più femmine?<br />

Si l’importante è che l’acquario non sia di piccole dimensioni , sempre ben piantumato e pieno di nascondigli, perchè come abbiamo<br />

detto il <strong>Betta</strong> maschio è aggressivo verso altri esemplari della sua specie. Ma attenzione se nell’acquario vengono messe femmine e un<br />

maschio è molto probabile che si accoppino, è l’acquario non è il posto ideale per far avvenire la deposizione e allevare i piccoli<br />

avannotti, per la riproduzione vanno allestite vasche dedicate.<br />

Per tenere correttamente i <strong>Betta</strong> in acquario basta seguire alcune semplici regole:<br />

•Non tenere nessun betta ne altri Anabantidi in acquari riscaldati senza coperchio: questo perché gli Anabantidi<br />

respirano aria atmosferica e se l’acquario è riscaldato e all’esterno c’è una temperatura molto più bassa questi si<br />

possono ammalare.<br />

•I <strong>Betta</strong> vivono bene e vanno tenuti ad una temperatura fra i 22 °C e i 30 °C , sono sensibili alle basse<br />

temperature, sconsiglio di tenerli sotto i 18 °C , mentre sopportano bene le alte temperature.<br />

•Si adattano e vivono benissimo alla comune acqua di rubinetto non essendo pesci esigenti.<br />

•Un acquario ben piantumato e con piante galleggianti rendono un ambiente confortevole ai nostri <strong>Betta</strong>. I <strong>Betta</strong> non<br />

amano luce molto forte e diretta, quindi sono consigliate delle piante<br />

galleggianti (es. riccia, lenticchia d’acqua ecc) per creare in superficie delle zone d’ombra.<br />

Pesci consigliati per un biotopo asiatico con <strong>Betta</strong>:<br />

Rasbore (varie specie)<br />

Tanicthys albonubes<br />

Brachydanio (varie specie)<br />

Pangio (varie specie)<br />

Botia sidthimunki<br />

Barbus titteya<br />

Chanda ranga<br />

Atyopsis moluccensis


Alimentazione<br />

I <strong>Betta</strong> per quanto riguarda l’alimentazione sono pesci molto abitudinari, non amano cambiare tipo o marca di<br />

mangime, di solito appena acquistati e nei giorni seguenti tendono a non mangiare sia per timidezza che per pigrizia,<br />

se l’alimento è diverso da quello che li veniva somministrato prima, comunque basterà insistere.<br />

I <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> in natura si cibano in prevalenza di larve di insetti fra cui tante larve di zanzara.<br />

In cattività consiglio una dieta varia passando dal vivo come larve di insetti al confezionato. Come mangime di base<br />

consiglio un granulare per Discus da variare come detto con del vivo o congelato. Non abituiamo i nostri betta a un<br />

solo mangime ma variamo tipo e marca, dandogli a volte anche del vegetale come dei piselli bolliti, zucchine o spinaci.<br />

Specialmente di inverno se non si ha a disposizione del mangime vivo oltre al congelato, da qualche anno esistono<br />

mangimi in gelatina, consistono in larve di zanzara, di chironomus ecc interi in gelatina vitaminizzata dentro bustine<br />

chiuse ermeticamente, questa è una valida alternativa al congelato .<br />

Il loro cibo preferito sono i chironomus di cui sono particolarmente ghiotti e che ne stimolano la<br />

riproduzione, tendono ad alimentarsi solo ed esclusivamente di quelli.<br />

Quanto cibo e quando?<br />

Somministriamo il cibo ai nostri <strong>Betta</strong> una volta al giorno in piccole quantità, in modo che possa essere consumato in<br />

pochi minuti. Fissare un giorno della settimana in cui non sarà alimentato.


Comportamento<br />

Il comportamento dei <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> è sicuramente la parte più interessante di questa specie, prima di tutto perché nessun<br />

betta (sia maschi che femmine) hanno lo stesso carattere, specialmente per quanto riguarda gli esemplari di allevamento.<br />

Molto spesso ho potuto osservare comportamenti strani e molto interessanti che di norma non dovrebbero appartenere alla loro specie.<br />

In commercio esistono maschi iperaggressivi e maschi docili, con il tempo ho potuto vedere che le varie caratteristiche di un carattere di<br />

un <strong>Betta</strong> si formano nel periodo della maturazione sessuale , e dipende molto da come vengono allevati. Mi è capitato anche di osservare<br />

femmine anche molto più aggressive dei maschi .<br />

Non potrò mai dimenticare alcune coppie che addirittura hanno curato le uova e in seguito le larve entrambe i genitori, comportandosi<br />

come per es. dei ciclidi.<br />

Riguardo i maschi, molti allevatori hanno notato che se allevati insieme fin da piccoli da grandi possono risultare meno aggressivi, se invece<br />

vengono allevati separatamente di solito tendono ad essere più aggressivi, perché crescono padroni incontrastati di un territorio.<br />

Gli esemplari in commercio vengono quasi sempre allevati in isolamento per l’esigenza da parte degli allevatori di favorirne<br />

un rapido sviluppo. In realtà un minimo di aggressività intraspecifica è necessaria, specialmente agli esemplari giovani, per consentire<br />

un corretto sviluppo delle pinne , in particolare per le specie da concorso. Quindi la cosa ideale è alternare i maschi da brevi periodi di<br />

isolamento a brevi periodi di contatto, solo visivo. Se abbiamo solo un maschio basterà porgli di fronte uno specchio. Quando un maschio<br />

incontra un rivale si esibisce in una parata di minaccia che ne esalta la bellezza: apre completamente<br />

le pinne per mostrarsi all’altro più grande di quanto non sia in realtà, allarga anche gli opercoli branchiali tenendo contemporaneamente<br />

la bocca socchiusa , pronto a colpire l’avversario. Mantenendo questa postura il maschio avanza maestoso verso l’avversario a scatti, se<br />

la parata basta ad intimorire l’avversario il nostro maschio si tranquillizza, altrimenti scatta in avanti e inizia il combattimento.<br />

Come abbiamo detto di solito i <strong>Betta</strong> maschi sono aggressivi solo verso altri esemplari della stessa specie, ma esistono casi in cui alcuni<br />

semplari iperaggressivi dopo un certo periodo di tempo siano violenti anche verso altre specie, in questo caso vanno isolati perché ritengono<br />

tutto l’acquario loro territorio. Questa iper aggressività è presente anche in alcune femmine.<br />

Esistono delle pratiche per addomesticare anche particolari esemplari, facendo si che possano convivere pacificamente almeno con<br />

altre specie. C’è da dire che i maschi tendono ad essere più attivi ed aggressivi di giorno, invece la femmine di sera.<br />

Un maschio in un acquario di comunità (e non solo) tende a crearsi un suo territorio, di solito come anche in natura il territorio che si<br />

creano è di piccole dimensioni, lo si può riconoscere perchè in superficie costruiscono un nido di schiuma, che viene utilizzato in seguito<br />

anche per l’accoppiamento


Questo tipico comportamento ha fatto si che in alcuni paesi del Sud-Est Asiatico, venga sfruttato per veri e propri<br />

combattimenti clandestini con grosse scommesse. I <strong>Betta</strong> destinati al combattimento vengono allevati in condizioni<br />

tali da farli diventare particolarmente aggressivi, una delle tante pratiche è prenderli e agitarli in acqua, oltre<br />

ai periodi di isolamento. Durante i combattimenti gli sfidanti vengono inseriti in piccoli contenitori e duellano fino<br />

alla morte di uno dei 2.<br />

FOTO DI ACQUAPORTAL


Riproduzione<br />

Per quanto riguarda la riproduzione il <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> viene ritenuto un pesce facile da riprodurre non avendo particolari esigenze<br />

chimico-fisiche dell’acqua. In effetti capita spesso che in acquari una coppia deponga, ma è invece molto difficile far sopravvivere tutti i<br />

piccoli o la maggio parte. Potremmo dividere l’accoppiamento in due fasi, una facile e una difficile: quella facile è la deposizione, quella<br />

difficile è la cura delle uova e delle larve, specialmente per i neofiti. Iniziamo prima di tutto dalla scelta dei riproduttori, specialmente se<br />

dobbiamo andarli ad acquistare. Quale maschio scegliere? E quale femmina?<br />

Non tutti maschi e non tutte le femmine sono dei buoni riproduttori, prima di scegliere un riproduttore è importante osservarlo, vedere<br />

se è attivo ed in salute prima di tutto. Un maschio con le pinne intere e in continuo movimento è sicuramente un esemplare in<br />

salute, io consiglio sempre esemplari giovani, questo perché esemplari anziani tendono a non sapersi più accoppiare. Anche per quanto<br />

riguarda le femmine consiglio esemplari giovani, oltre ad essere attiva e in salute se presenta un ventre rigonfio e quindi pieno di<br />

uova è sicuramente più adatta. Sia per quanto riguarda i maschi che le femmine non sono adatti esemplari molto magri. Nei maschi la<br />

tipica gibbosità sulla testa, che è presente in maschi adulti, non indica sempre che siano ottimi riproduttori come spesso si pensa.<br />

Evitiamo coppie in cui la femmina è più grande del maschio, altrimenti avremo poche possibilità che riescano ad accoppiarsi, l’ideale è che<br />

siano di dimensioni simili o ancor maglio che la femmina sia un po’ più piccola del maschio. Di certo la prova che va fatta per vedere la<br />

salute di un riproduttore è come reagiscono alla somministrazione di cibo, esemplari in buona salute si buttano subito a mangiare.<br />

Scelti i riproduttori per prepararli all’accoppiamento è buona abitudine per un certo periodo alimentarli con solo mangime vivo, questo<br />

per stimolarne la riproduzione, eccitando i riproduttori. Cosi facendo le femmine sono stimolate alla produzione di uova e i maschi alla<br />

costruzione di nidi più grandi e resistenti, la costruzione del nido da parte del maschio è comunque un segnale che indica l’ottimo<br />

stadio di salute.


Per la riproduzione allestiamo una vasca dedicata, evitiamo accoppiamenti in acquario di comunità perché difficilmente si concluderanno<br />

bene, le uova e in seguito le larve sono predate da altri pesci presenti in vasca.<br />

Allestiamo una vasca dedicata solo alla coppia per avere maggiori probabilità di successo:<br />

Vasca da 15-20 litri munita di coperchio<br />

Riscaldatore, impostare la temperatura fra i 28 e i 30 °C per la riproduzione.<br />

Filtro ad aria o semplicemente pietra porosa collegata ad un aeratore, è sconsigliabile usare filtri a motore anche se piccoli perché<br />

potrebbero risucchiare le uova o le larve.<br />

Un neon da 8 watt rivestito da una pellicola azzurra, questo perché i betta non amano la luce diretta e troppo intensa.<br />

Un pezzo di polistirolo per luogo della deposizione. Come luogo dove il maschio costruirà il nido e avverrà l’accoppiamenti vengono<br />

usati molti materiali, alcuni allevatori non mettono niente ma in questo caso si avranno nidi meno stabili.<br />

Molti usano mettere foglie di lattuga o di piante, ma queste hanno l’inconveniente che dopo un certo periodo marciscono, un altro<br />

materiale molto diffuso è il sughero, vengono usate piccole lastre di sughero, ma anche questo materiale ha un inconveniente, perchè<br />

tende ad intorpidire l’acqua, alcuni usano mettere della riccia , ma si è notato che spesso poi alcune larve si incastrano e muoiono.<br />

Il materiale ideale da usare si rivela sempre il polistirolo, basta una piccola lastra di 10 cm, posta ad un angolo che sia opposto alla parete<br />

dove è stato messo il filtro o la pietra porosa. Si è notato che fra i vari materiali usati per la riproduzione i maschi preferiscono quasi<br />

sempre il polistirolo. I maschi saranno attirati a costruire il nido di schiuma sotto la lastra di polistirolo , cosi il nido sarà posto sotto<br />

una base solida ideale per gestire le uova in sicurezza.


Preparata la vasca riempiamola per 15 cm massimo, un basso livello dell’acqua stimola ulteriormente la riproduzione eccitando<br />

la coppia, in effetti in natura si riproducono in acque basse.<br />

Va benissimo la comune acqua di rubinetto<br />

Aspettiamo che la temperatura arrivi sui 28 °C prima di inserire i <strong>Betta</strong>.<br />

A questo punto che fare? Inserire prima il maschio? Prima la femmina? O entrambe?<br />

Chi inserire per primo è molto importante, per non causare duelli fra i 2 che possono portare anche alla morte.<br />

Tutto dipende dal carattere dei 2 , quindi è fondamentale osservarli molto bene prima, cercando di capire se ci troviamo<br />

d’avanti a una femmina più aggressiva del maschio o viceversa come normalmente è.<br />

Bisogna anche capire quanto in particolare la femmina sia pronta all’accoppiamento:<br />

Ha il ventre gonfio di uova? La papilla genitale è molto visibile?<br />

Di norma dato che il maschio deve costruire il nido si usa mettere prima il maschio e in seguito la femmina, cosi da dare il tempo al<br />

maschio di completarlo. Il metodo classico consiste nel mettere appunto il maschio libero nella vasca e in un contenitore trasparente<br />

di fronte al polistirolo la femmina, in modo che il maschio stimolato dalla vista della femmina costruisca subito il nido e la femmina<br />

eccitata dal maschio produca le uova. Se notiamo che il maschio è troppo aggressivo allora è consigliabile inserire prima la femmina<br />

libera nella vasca e poi il maschio.


Dopo massimo 2 settimane la femmina avrà completato la produzione delle uova, e il maschio il nido di bolle, questo nido è<br />

composto da saliva e bolle d’aria.<br />

E’ meglio liberare la femmina la sera, prima di spegnere la luce , questo perché di sera le femmine sono più attive del maschio, se<br />

invece liberiamo la femmina di giorno è più facile che il maschio la aggredisca con più violenza . Al mattino presto, inizialmente il<br />

maschio prima di tutto sottomette la femmina scacciandola, per questo è importante che nella vasca venga messa un’anforetta o altro<br />

per permettere un rifugio alla femmina. Quando la femmina è pronta manifesta delle strisce verticali sull’addome, questo è un segnale<br />

per dire al maschio che è pronta, questa inizia timidamente ad avvicinarsi al nido più volte ma il maschio la scaccia con sempre meno<br />

aggressività , a un certo punto è il maschio che corteggia la femmina mettendosi in parata , questo comportamento è proprio un lascia<br />

passare per il nido dove altrimenti la femmina non potrebbe avvicinarsi, iniziano cosi i corteggiamenti.<br />

L’accoppiamento ha inizio in genere verso le 11:00 e finisce verso le 16:00 , ma sia l’inizio che la fine possono variare per vari fattori.<br />

Finiti i corteggiamenti iniziano i primi accoppiamenti, il maschio per dire alla femmina che è pronto all’abbraccio da un colpetto con il<br />

muso su l’addome della femmina e dopo ugualmente fa la femmina , girano sotto il nido e il maschio di scatto abbraccia la femmina e<br />

la tiene stretta, in questo momento il maschio ha dei piccoli tremolii e di scatto si curva al massimo che può emettendo i prodotti<br />

genetici, in questo stesso istante la femmina emette le uova che verranno fecondate. Rimangono per alcuni istanti entrambe immobili<br />

abbracciati sotto il nido , il primo a muoversi è il maschio che lascia la presa e raccoglie con la bocca le uova che cadono, il maschio<br />

scende girando a spirale cercando le uova fino al fondo, la femmina rimane per alcuni secondi immobile come paralizzata poi si muove<br />

anche lei e aiuta il maschio nella racconta delle uova. Sia il maschio che la femmina trovate le uova prima le mescolano in bocca con<br />

della saliva e poi le sputano sotto al nido.<br />

Nelle prime fasi dell’accoppiamento non sempre la femmina emette uova, di solito solo dopo alcuni abbracci la femmina inizia ad<br />

emettere le prime uova , e poi man mano ne emette sempre di più. In alcuni casi la coppia depone anche se il maschio non ha fatto<br />

il nido, in effetti alcuni maschi specialmente se alla prima esperienza non sono in grado di farlo, ma anche se il maschio non ha fatto<br />

il nido non vuol dire che la coppia non deporrà, perché il maschio provvederà a farlo durante l’accoppiamento.<br />

Alla fine saranno state deposte in media 300 uova, ma questo varia da femmina a femmina, comunque non tutte si schiuderanno<br />

perché alcune non saranno fecondate.


Ma durante l’accoppiamento possono accadere vari episodi inaspettati, comportamenti della coppia insoliti:<br />

Il maschio non vuole saperne di accoppiarsi<br />

Il maschio non sa abbracciare la femmina<br />

La femmina non riesce ad espellere le uova<br />

La femmina può mangiarsi tutte le uova<br />

Il maschio può mangiarsi tutte le uova<br />

Finito l’accoppiamento il maschio tende a scacciare con molta aggressività la femmina e questo è il momento di toglierla.<br />

Attenzione in alcuni casi si può assistere alla cura delle uova e in seguito della prole da parte di entrambe la coppia, il maschio<br />

andando d’accordo con la femmina. Questo accade spesso se il nostro maschio è docile.<br />

In altri casi è stato visto che se viene tolto il maschio la femmina si prende cura delle uova e delle larve in seguito. In effetti la<br />

femmina l’istinto “ materno” lo ha , è il maschio essendo aggressivo e possessivo la caccia.<br />

Dopo aver cacciato la femmina il maschio sistemerà le uova raggruppandole e sistemando il nido, a questo punto io preferisco<br />

togliere il maschio, cioè dopo qualche ora che è finito l’accoppiamento.


Su quando togliere il maschio e se toglierlo esistono varie<br />

teorie, c’è chi lo lascia per 3 giorni, chi per 15 e chi non lo toglie mai. A mia esperienza è meglio toglierlo quanto prima perché in<br />

alcuni casi, specialmente se abbiamo maschi adulti, possono manifestare in cattività comportamenti inaspettati, infatti<br />

mi è capitato di osservare in alcuni casi maschi che dopo un certo periodo di tempo si sono nutriti delle uova.<br />

Le uova a una temperatura di 30 °C si schiudono dopo un giorno , massimo 2. Per i primi 3 giorni i piccoli non nuotano , tendono<br />

ad attaccarsi agli oggetti e a staccarsi solo per andare in superficie, dopo la schiusa il polistirolo va tolto . è importante che ci sia un<br />

movimento dell’acqua in superficie per non far formare la platina che soffocherebbe i piccoli. Dopo i primi 3 giorni iniziano a<br />

nuotare e devono essere alimentati, il primo alimento devono essere infusori o rotiferi, solo dopo una settimana possiamo iniziare<br />

a somministrare dei naupli di artemia. Se non si ha del mangime vivo esistono in commercio alcuni alimenti per avannotti di pesci<br />

ovipari che possono aiutarci, come il Liquifry.<br />

Un buon alimento da somministrare ai piccoli in piccole quantità e del tuorlo d’uovo bollito, l’unico inconveniente è che<br />

intorpidisce l’acqua. I piccoli sono molto delicati nei primi 10 giorni di vita, infatti è molto facile vederli morire tutti<br />

inspiegabilmente, io consiglio in questo periodo di non toccare l’acqua e di non fare cambi, dopo il decimo giorno iniziare a fare<br />

brevi cambi d’acqua che poi andranno ad aumentare di giorno in giorno.<br />

INFUSORI<br />

NAUPLI DI<br />

ARTEMIA<br />

ROTIFERI<br />

CYCLOPS<br />

NEMATODI<br />

TUORLO<br />

D’ UOVO<br />

MANGIMI<br />

CONF.


1GIORNO<br />

6 SETTIMANE<br />

LA CRESCITA DEI <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong><br />

1 SETTIMANA<br />

7 SETTIMANE<br />

2 SETTIMANE<br />

8 SETTIMANE<br />

3 SETTIMANE<br />

9 SETTIMANE<br />

4 SETTIMANE<br />

10 SETTIMANE<br />

5 SETTIMANE<br />

11 SETTIMANE<br />

I piccoli raggiungono la maturità sessuale intorno al terzo mese di vita se allevati bene, in alcuni casi bisogna aspettare anche il settimo<br />

mese. Quando si iniziano a manifestare i sessi i maschi è consigliati separarli, altrimenti alcuni (in particolare i più piccoli) cresceranno<br />

sottomessi dai più grandi e non manifesteranno le lunghe pinne e gli altri tratti da maschi adulti. Invece le femmine possono essere<br />

lasciate insieme nella stessa vasca. E buona cosa comunque inserire i maschi in dei contenitori trasparenti nella vasca delle<br />

femmine, questo ne stimola la crescita e l’accentuarsi dei colori, oltre alla crescita delle pinne, cosi facendo si potranno notare femmine<br />

con il ventre gonfio.


Show Show <strong>Betta</strong> <strong>Betta</strong><br />

I <strong>Betta</strong> <strong>splendens</strong> con le lunghe pinne che tutti noi siamo abituati a vedere nei negozi, sono frutto di lunghe selezioni da parte degli<br />

allevatori. Nel corso di decenni di anni sono state create sempre nuove forme di allevamento, alcune molto pregiate uscite negli ultimi<br />

anni e che sono il frutto di lunghissime selezioni genetiche, ugualmente per le colorazioni delle quali ne escono sempre di nuove.<br />

Queste selezioni hanno portato nel corso degli anni alla creazione di associazioni internazionali dedicate, da qui la creazione di<br />

severissimi standard di valutazione e l’organizzazione di campionati internazionali con esperti giudici. Fra le più importanti associazioni<br />

internazionali, la più importante e vecchia è la International <strong>Betta</strong> congress (IBC) , in moltissimi campionati di Show <strong>Betta</strong> vengono usati<br />

proprio gli standard IBC. Spesso mi viene chiesto cosa è uno Show <strong>Betta</strong>, e se un Halfmoon è uno Show <strong>Betta</strong>, come vedremo sia che<br />

siano Crown o Halfmoon o altro, per essere chiamati Show <strong>Betta</strong> devono rispettare gli standard internazionali, e quindi essere di alta<br />

genealogia, quindi non tutti gli Halfmoon , Crown ecc sono Show <strong>Betta</strong>. Quando su internet troviamo un Halfmoon a un basso prezzo non<br />

facciamo l’errore di comprarlo subito, prima facciamolo vedere a un esperto per un parere, essendo cosi sicuri di fare un buono acquisto.<br />

Solo da una coppia di veri Show betta avremo figli Show, se uno dei 2 genitori non è puro potremo ritrovarci fra i figli altre<br />

forme, come è molto diffuso, per esempio da una coppia di Halfmoon non pura nascono <strong>Betta</strong> delta o altre forme simili.<br />

Prima di iniziare a parlare dei veri show betta, cioè quelli più apprezzati e di alta selezione genetica, illustriamo le varie forme di<br />

pinnaggio dalle prime ed più “elementari” alle più recenti e pregiate.<br />

Le categorie delle code dei betta (maschi) devono essere distinte in due fondamentali raggruppamenti; il 1° gruppo<br />

chiamato a CODA SEMPLICE, di questo raggruppamento ne fanno parte tutte le forme a coda singola che sono:<br />

PLAKAT<br />

Plakat è chiamata la forma a pinne corte, praticamente simile alla forma selvatica originale, alcuni la considerano “quello che ne rimane<br />

della forma selvatica”. Negli ultimi anni stanno avendo un ottimo successo, ne vengono apprezzate le tante colorazioni. Sono stati<br />

selezionati Plakat Halfmoon, Crown e Doppia Coda. Molto spesso nei negozi vengono scambiati e venduti per femmine.


CODA A PENNELLO<br />

E’ una delle forme meno diffuse e rare, pochi allevatori si occupano di<br />

mantenerne la forma, molto spesso nascono da incroci di altre forme.<br />

Negli ultimi anni questa forma era stata quasi dimenticata, ultimamente<br />

invece sta tornando a vedersi. La caratteristica è in particolare la pinna<br />

caudale che termina don una estremità centrale allungata. Questa forma<br />

è quella a pinne più corte dopo i Plakat naturalmente. In Italia venivano<br />

anche chiamati pinna a lancia o a fiammella, nei campionati<br />

internazionali invece è chiamata Brushtail.<br />

PINNE A VELO<br />

Questa e' la forma che troviamo diffusa in commercio.<br />

Questa varietà non viene allevata per concorsi di<br />

Show <strong>Betta</strong>, ma viene allevata solo a scopo<br />

commerciale, dato che e' anche la forma più<br />

economica e per questo anche la più diffusa. Ha la<br />

pinna caudale lunga stretta e pendete.<br />

CODA ROTONDA<br />

E’ una delle prime forme a pinne lunghe selezionate, la loro<br />

caratteristica è la pinna caudale rotonda. Questa forma viene<br />

chiamata Roundtail.<br />

DELTA E ULTRA DELTA<br />

I Delta hanno l’apertura della pinna caudale a 120°, spesso si trovano in<br />

commercio. Dai Delta sono state selezionate forme con una apertura della coda<br />

sempre più ampie, come i Super Delta o Ultra Delta con un’apertura della coda<br />

di 150°-160°, per anni questi sono stati i protagonisti dei campionati di Show<br />

<strong>Betta</strong>, poi si arrivo a <strong>Betta</strong> con la coda a 180°.


HALFMOON<br />

Questa forma rappresenta l' hi-tech della selezione, fanno girare letteralmente la testa a tutti i bettofili per la loro bellezza<br />

ed eleganza. Attualmente vengono considerati tra i “re” dei pesci ornamentali dell'acquariofilia moderna. I prezzi di questi esemplari<br />

sono decisamente alti, e nulla hanno a che fare con quelli a cui gli acquariofili sono abituati con gli esemplari comunemente diffusi in<br />

commercio. Sono stati chiamati Halfmoon proprio per l’ampia apertura della coda a 180°, sembrando cosi delle mezze lune. Esistono oggi<br />

esemplari con pinne che superano i 180° di apertura chiamati Over Halfmoon, gli Halfmoon sono più apprezzati e costosi proprio perché<br />

ottenere esemplari con 180° di apertura è molto difficile, molto spesso fra i nati si ottengono Over Halfmoon o Ultra Delta, solo fra una<br />

coppia pura Halfmoon avremo la garanzia che una percentuale dei nati escano puri Halfmoon.<br />

Gli Halfmoon in campo internazionale vengono indicati con la sigla HM.<br />

UN PO’ DI STORIA<br />

Nel 1980 un tale di nome Guy Delavel per primo si mise al lavoro selezionando betta e incentrando la propria attenzione proprio<br />

sull'angolo delle pinne caudali. Tuttavia i primi risultati apprezzabili arrivarono solo nel 1987 con il primo betta che possedeva una<br />

angolazione della coda di 180°. Rajiv Massilamoni vide per la prima volta questa nuova selezione in Francia e ne rimase<br />

stupefatto, perchè fino ad allora, il massimo di angolazione caudale conosciuto era di 165°. A questo punto Massilamoni acquistò alcune<br />

coppie di questi nuovi betta deciso a selezionarli ulteriormente, e per questa impresa si unì a Laurent Chenot.<br />

Dopo i primi tentativi di riproduzione notarono subito che i maschi di questa nuova linea avevano dei grossi problemi comportamentali<br />

e sfortunatamente non ottennero mai soddisfacenti risultati. I maschi infatti non avevano né la capacità di “abbracciare” la femmina<br />

durante l’accoppiamento, né il naturale istinto di preparare il nido galleggiante di bolle d’aria. A questo punto, intrapresero una nuova<br />

strada: fecero accoppiare la femmina della nuova linea con diversi maschi comuni, acquistati nei negozi di acquariofilia della zona; da<br />

questi accoppiamenti ottennero un numero elevato di piccoli, poiché i maschi “tradizionali” erano più abili sia nelle fasi di<br />

accoppiamento e sia in quelle successive di cura della prole. Tra i vari incroci ottennero un primo ottimo risultato dall'incrocio tra una<br />

femmina di Delavel e un maschio doppia coda. Questo primo maschio fu chiamato R39, per continuare a ottenere ottimi risultati lo<br />

fecero accoppiare con le altre femmine di prima generazione, ottenendo così tutti esemplari con coda a 180°. Tuttavia, il nome<br />

di Halfmoon fu dato dall' americano Jeff Willson che partecipò alle selezioni e che si unì al lavoro di Massilamoni e Delavel solo in<br />

seguito, vedendo i risultati eccezionali ottenuti fino ad allora dagli amici europei che per primi avevano dato avvio a questa nuova linea<br />

di betta. I loro successi divennero finalmente di pubblico dominio quando iscrissero gli halfmoon ad un concorso dell'IBC in Florida<br />

vincendo ovviamente il primo premio<br />

HM DI GUY DELAVEL<br />

RAJJV MASSILAMONI<br />

R39<br />

PRIMO HM VINCITORE


CARATTERISTICHE DELL’HALFMOON<br />

L’apertura della coda a 180° e' dovuta alla presenza di ben 4 ramificazioni (primaria, secondaria, terziaria e quaternaria) dei raggi duri<br />

della coda, che progressivamente consentono di aumentare la superficie della pinna caudale sino ad ottenere la forma semicircolare tipica.<br />

Per quanto riguarda la pinna dorsale e quella anale, sono anch’esse<br />

importanti ai fini del giudizio di un buon halfmoon durante una<br />

gara, ma queste pinne, a differenza della coda, non hanno 4<br />

ramificazioni ma solo 2.<br />

Sicuramente quando si cerca un buon halfmoon da concorso, la prima cosa che bisogna osservare e' la caratteristica pinna caudale la<br />

quale e' si importante ma non deve essere l'unico aspetto morfologico da tenere in considerazione. Sono infatti anche le altre parti di un<br />

Halfmoon a fare un Halfmoon perfetto. Innanzitutto la pinna caudale deve essere ampia ed avere un'apertura perfetta a 180°; inoltre<br />

questa deve avere gli angoli netti e non arrotondati. Inoltre, la coda deve avere la stessa lunghezza del corpo.<br />

Per quanto riguarda la pinna anale, non deve superare in lunghezza la metà inferiore della<br />

caudale. Più una pinna anale e' larga meglio e'. Per quanto riguarda la pinna dorsale, anche questa<br />

non dovrà superare in altezza la metà superiore della pinna caudale ma allo stesso tempo dovrà<br />

essere la più ampia possibile. In ultimo, per quanto riguarda le pinne ventrali, queste non devono<br />

essere più lunghe della pinna anale e devono avere la perfetta forma di 2 lance.<br />

Per quanto riguarda il corpo, questo non deve essere molto grasso né molto magro, non deve<br />

presentare deformità, ed il pesce deve avere un opercolo branchiale il quale deve coprire per<br />

intero l’arco branchiale sottostante che, dunque, deve sparire alla vista quando l’opercolo si<br />

chiude su esso. Il colore rosso acceso delle branchie che si intravedono sotto l’opercolo parzialmente<br />

sollevato durante gli atti respiratori e' sintomo di un pesce in salute. Nel complesso, l’intero pesce<br />

deve rientrare perfettamente o quasi in un cerchio come nel disegno sotto riportato. Un'altra cosa<br />

importante da non sottovalutare e' la vivacità del pesce. Il betta deve aprire tutte le pinne e le<br />

branchie quando gli si mette di fronte un altro maschio e deve dimostrare un'alta aggressività nei<br />

confronti del rivale. Per questo durante i concorsi al fine di garantire un buon giudizio degli<br />

esemplari in gara, questi vengono tenuti in vaschette trasparenti ed adiacenti in modo da potersi<br />

vedere gli uni con gli altri e mettere così in mostra tutta la loro aggressività e bellezza.


CROWN<br />

I crown “nascono” in Asia e la loro particolarità, tipica di tutte le loro pinne, e' che i raggi duri si estendono di molto fuori dalla membrana<br />

interradiale che li tiene uniti ed in alcuni casi anche del 50% della lunghezza della pinna stessa. Di crown ne esistono di diversi sottotipi.<br />

Una prima differenza è il grado di apertura delle code che variano notevolmente da esemplare ad esemplare. Molto più apprezzate ai<br />

concorsi sono ovviamente gli esemplari con aperture molto ampie. In più esistono crown con 8, 16, 32 ecc….. punte e questo aspetto<br />

conferisce alle pinne un aspetto più o meno folto. Un' altra distinzione fra i diversi tipi di crown e' data dalla disposizione dei raggi.<br />

Ne esistono di tre tipi, tutti facilmente evidenti se si osserva attentamente una pinna caudale:<br />

1° tipo: raggi semplici, dalla membra si protendono raggi singoli e rigidi.<br />

2° tipo: sono i cosiddetti crossing ray che vuol dire raggi incrociati perchè i singoli raggi si incrociano con altri.<br />

Il 3° e ultimo tipo e' dato dai double ray che vuol dire doppio raggio; in questi la membrana interradiale è alternativamente interrotta in<br />

parti più lunghe ed in parti più corte per coppia di raggi, recentemente sono stati selezionati anche i double double ray.<br />

In questa varietà, anche le femmine presentano le pinne “crown”, anche se meno pronunciate di quelle dei maschi<br />

RAGGI SEMPLICI<br />

CROSSING RAY<br />

DOUBLE RAY


DOPPIA CODA<br />

Il 2° raggruppamento sono le forme a CODA DOPPIA, vengono chiamati Doubletail.<br />

I coda doppia hanno appunto 2 code, questo perché il peduncolo caudale alla fine del corpo si divide in 2 lobi e dà origine a due code, una<br />

sopra e l'altra sotto. Di conseguenza anche la pinna anale e dorsale sono più grandi ma non divise. Di coda doppia ne esistono vari<br />

tipi e cioè: 2 pinne a velo (questi vengono anche chiamati coda di rondine), 2 code delta, 2 code ultra-delta, 2 code<br />

halfmoon (questi sono i più ammirati e con tutte le pinne più grandi) e 2 code crown.<br />

Halfmoon a coda singola incrociati con Halfmoon a<br />

doppiacoda, danno degli esemplari a coda singola con le<br />

pinne più grandi dei normali Halfmoon.<br />

Come questi accanto.<br />

Esistono anche altre forme meno<br />

diffuse come i Tripletail (coda divisa in 3), i<br />

Fusetail (le pinne anale caudale e dorsale sono fuse<br />

fra loro), ecc.


GIANT BETTA<br />

Da pochi anni sono nati i Giant <strong>Betta</strong> (<strong>Betta</strong> giganti). Sono stati ottenuti tramite una selezione in asia, la mutazione casuale, è stata<br />

selezionata e reincrociata con se stessa. E' legato ad una singola coppia di geni pare, ed è parzialmente dominante. E’ nato un pesce col<br />

gene mutato che era di buone dimensioni rispetto ad un normale, è stato fatto accoppiare con betta normali (essendo lui il solo portatore<br />

di quel gene "1/2 giant"), poi un figlio è stato accoppiato con il genitore portatore. Da quì sono nati alcuni normali, alcuni portatori<br />

e i "veri" giganti ovvero pesci con entrambi i geni della coppia relativa al "giant" che codificano in questo senso. Le dimensioni di questo<br />

pesce sono anche il doppio dei normali. Di certo gli esperti allevatori asiatici non si fermeranno qui e sicuramente avremo esemplari<br />

sempre più grandi.


LE LE VARIETA’<br />

Nel giudizio di uno show betta e' anche molto importante la colorazione, dato che ne esistono di varie ed ognuna con dei parametri a<br />

cuideve sottostare in fase di giudizio. Alcune varietà sono più rare e costose e altre più diffuse e di conseguenza più economiche.<br />

Ne escono sempre di nuove, e l’allevatore che le crea da un nome a suo piacimento, una varietà di ultima creazione sono i tigrati, questi<br />

sono ancora poco diffusi, ma sicuramente nei prossimi anni si diffonderanno moltissimo prendendo il posto di alcune note varietà di oggi.<br />

Prima di tutto le colorazioni nei betta si possono dividere in 3 raggruppamenti:<br />

SOLID (sono tutti quei betta che hanno un unico colore su tutto il corpo e pinne)<br />

Di questo raggruppamento fanno parte i red, royal blue, steel blue, king blue, melano, black lace, turquoise, yellow, green, white,<br />

albino, orange, violet, clear e gold oltre a tantissime altre colorazioni più rare.<br />

BI COLOR (hanno solo 2 colori)<br />

Di questo raggruppamento fanno parte le colorazioni butterfly, cambodian e marble, ma non finisce qui dato che queste menzionate<br />

sono solo le più diffuse.<br />

MULTICOLOR<br />

Di questo raggruppamento fanno parte infine tutte quelle varietà con più di 2 colorazioni.<br />

Bianco Opaque<br />

Oro<br />

Giallo<br />

Blu Royal<br />

Nero<br />

Platino<br />

Arancione<br />

Cioccolato<br />

Rosso<br />

Blu Steel


Butterfly<br />

Gold Copper<br />

MustardGas<br />

Red Cambodian<br />

Red Dragon<br />

Bianco e Nero Poca dot<br />

Marble<br />

Nero e Rosso<br />

Pastello<br />

Giallo e Nero


Lavender Red Butterfly<br />

Purple-Red Dragon<br />

Butterfly<br />

Salamander Butterfly<br />

Marble Purple Red<br />

Thai Flag<br />

Fancy Butterfly<br />

Green-Red Dragon BF<br />

Giallo Blu Butterfly<br />

Blue Fire<br />

Grizled Green-Yellow<br />

Butterfly


I I Show Show <strong>Betta</strong> <strong>Betta</strong> in in Italia Italia<br />

Nel 2003 fu creato il primo sito italiano dedicato ai Show betta, si crearono i primi allevatori e furono importati per la<br />

prima volta in Italia Show betta di alta qualità. Negli anni <strong>Betta</strong>Italia è diventata una vera associazione, che<br />

riunisce appassionati da tutta Italia. Sono nati tanti nuovi allevatori e di giorno in giorno sempre nuovi appassionati<br />

intraprendono l’allevamento dei Show <strong>Betta</strong>.<br />

L’ABI (Associazione <strong>Betta</strong>Italia) è l’unica associazione italiana fino ad oggi che si dedicata alla selezione dei<br />

Show <strong>Betta</strong>. Invitiamo tutti a visitare il nostro sito: www.bettaitalia.135.it<br />

E il forum: http://forum.bettaitalia.net , qui potrete trovare i maggiori esperti italiani sui <strong>Betta</strong> riuniti nel forum<br />

pronti a dare assistenza sui vari argomenti


FINE<br />

Grazie razie per la gentile attenzione<br />

Si ringrazia per la collaborazione: Roberto Silverii<br />

Per le foto: Salvatore Greco, Paola Bruno, Francesco Denitto, Roberto Silverii,<br />

Acquaportal e i soci di <strong>Betta</strong>italia

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